Dal XVI secolo al XVII secolo
 

Il XVI secolo vede lo sviluppo della Botanica come scienza svincolata dalla medicina e, oltre a consolidare usi e costumi derivanti dall’epoca romana, si accrescono conoscenze di nuovo tipo.

Pier Andrea Mattioli (1500-1577) che con dovizia di particolari, magnifica i funghi toscani “Prignoli” Calocybe gambosa, di sicura commestibilità e grande gradevolezza, “Porcini” Boletus spp. che però accolgono i funghi più pericolosi perché mortiferi, riconoscibili dal cambiar colore al taglio.

Qui il Mattioli si fa confondere da dicerie popolari di pliniana memoria. Altra nota fuorviante che origina dall’autore senese è quella relativa alla assoluta commestibilità di tutti i funghi a sviluppo lignicolo (salvo quelli cresciuti su piante tossiche) rispetto alla pericolosità di quelli terricoli, derivante dalla possibilità di questi, di svilupparsi su ferro o panni fradici (Plinio docet!).
Pure in termini di terapia nulla di nuovo: ancora i vecchi rimedi come sterco di pollo, miele, aceto…; sul provocare il vomito, niente da dire visti i prodotti detossicanti consigliati!

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Dal 700 all' 800

Il ‘700 è l’era linneiana. Carlo Linneo (1707-1778) nel “Systema naturae” tratta anche i Funghi senza,Systema naturae tuttavia, mostrare particolare interessa per essi.

Nel settecento spiccano altre figure fra cui: il tedesco Gottlieb Gleditsch (1714-1785) autore del primo trattato di Micologia “Methodus fungorum”; il francese Michel Adanson (1727-1806) con l’opera “Familles de plantes” con una sezione dedicata ai Funghi; lo svizzero Albrecht Haller ( 1708-1777) che nel trattato “Historia stirpium Helvetiae inchoata” segue più la tassonomia micheliana che la nuova linea linneiana, affermando un sistema classificatorio dei funghi ad imenoforo lamellare, basato sul colore delle lamelle. Al tedesco Christian Schaeffer (1718-1790) spetta il merito di aver realizzato la prima opera iconografica micologica “Fungorum qui in Bavaria ac Palatinatu circa Ratisbonam nascuntur”; a questa si contrappone il più sobrio e rigoroso “Elenchus fungorum” di August Georg Batsch (1761-1802). Ancora, merita di essere ricordato James Bolton (1750-1799) per la sua curata opera "An History of the Fungusses Groving About Halifax".

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Il 900

 

Bruno Cetto (1921-1991) lo ricordiamo come intelligente e coraggioso fondatore della moderna scuola micologica italiana.
Dapprima appassionato poi studioso di funghi fondò a Trento la sede didattica presso cui si sono formati gran parte dei Micologi italiani e produsse una serie di volumi (7) “Funghi dal vero” in cui circa 3000 specie venivano descritte corredandole di fotocolor. Se pur non sempre tassonomicamente ben inquadrate, le specie trattate sono numerose e la qualità delle foto è di buon livello.

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